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domenica 1 febbraio 2015

Il fantasma di Stefano Raggio non ha abbandonato

Genova, 1650 - Stefano Raggioapparteneva a una delle più facoltose famiglie di Genova. Abitava nei pressi della chiesa di san Donato. Ed era un uomo focoso, permaloso e facile all’ira. Molto spesso veniva coinvolto in risse. Cominciò a girare per la città accompagnato da alcuni scagnozzi, armati come lui fino ai denti.


Venne a sapere che la polizia era sulle sue tracce, proprio a causa delle ripetute risse. Per non farsi prendere, si rifugiò nella torre della chiesa di san Donato. Da lì, prendeva a colpi di archibugio tutti coloro che cercavano di salirvi. In tal modo, riuscì a evitare l’arresto. Ma era solo questione di tempo.Suo figlio fu messo al bando dal doge Giacomo De Franchi. Stefano non potette evitarlo in alcun modo. Allora si limitò a criticare apertamente la politica del doge e il suo modo di fare. Era la scusa che Giacomo De Franchi e le forze dell’ordine stavano aspettando.
La polizia sorprese Stefano Raggio nel sonno, a casa sua. Lo richiusero nella torre del Palazzo ducale. L’accusa era di cospirare contro la vita del doge, e di tramare un colpo di stato. Accuse gravi e infamanti. Da cui però Stefano Raggio non riuscì a discolparsi.
Si mise d’accordo con la moglie. Riuscì a farsi arrivare in prigione un crocefisso. Al cui interno era nascosto un piccolo pugnale. Fu con esso che si tolse la vita.
Ma questo non bastò ai suoi carcerieri. Presero il corpo dalle cella. Lo ripulirono come meglio poterono. E lo esposero accanto al Palazzetto criminale.
Il fantasma di Stefano Raggio non ha abbandonato il suo temperamento. Lo si vede nelle sere d’autunno, al tramonto. Un uomo alto con indosso una tunica di seta rossa. Appoggiato a una colonna delle chiesa di san Donato.

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